Macaronì - Loriano Macchiavelli, Francesco Guccini

Il prete di un piccolissimo paesino dell'Appennino tosco-emiliano viene assassinato in circostanze misteriose. Il suo non è che il primo di una serie di omicidi che sconvolgono la minuscola comunità e che metteranno a dura prova il maresciallo campano Benedetto Santovito, spedito in quel luogo semi-dimenticato per la sua manifesta scarsa inclinazione al regime fascista. Il giallo è infatti ambientato poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale ma, nella prima parte, contiene diversi flashback agli anni Ottanta e Novanta del XX secolo: "macaronì" è infatti uno dei nomi, utilizzati in senso dispregiativo, con cui gli emigrati italiani in Francia, numerosi in quegli anni, venivano definiti. E proprio di emigrazione, di povertà, di riscatto e di vendetta che parla questo romanzo, il primo che ha come protagonista Santovito, scritto a quattro mani da Macchiavelli e Guccini.

Quella del paesino di montagna, il cui nome non viene mai fatto, è una vita dura, fatta di lavoro ai limiti della sopportazione umana, in un luogo in cui anche la natura non aiuta. Nonostante ciò la comunità, come accade in questi luoghi, è molto coesa: è un'umanità variegata e pittoresca in cui ogni personaggio viene delineato con tratti semplici ma incisivi. E sono proprio i personaggi, con i loro segreti, le loro debolezze ma anche gli slanci di ruvido affetto e la loro genuina semplicità, il fulcro della narrazione. La storia, cupa e sempre presente, non irrompe mai esageratamente nello svolgimento della vicenda: nonostante ciò si riesce pienamente a vivere con grande empatia il dramma dell'emigrazione e a percepire l'incombere della prossima catastrofica guerra mondiale.

Consigliato se: ami le atmosfere semplici e genuine, apprezzi l'introspezione psicologica.

Sconsigliato se: cerchi un giallo dal ritmo travolgente, ambientato in una grande città.

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